8- HAIBUN – Fra Prosa e Poesia –

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COS’È UN HAIBUN.

L’Haibun è un componimento costituito da parti in prosa intercalati da Haiku.
In genere nella parte narrativa vengono descritti momenti speciali di una persona, come ad esempio un viaggio.
Il testo in prosa è asciutto, essenziale, semplice.

La prosa Haibun è in gran parte descrittiva; utilizza la pulizia di immagini, la sintassi abbreviata, per trasmettere un flusso di impressioni sensoriali.
Lo stile Haibun evita il commento filosofico, esplicitando il concetto; ‘MOSTRANDO ‘ piuttosto che ‘DICENDO’.

Preferibilmente (ma non necessariamente) viene scritto facendo uso del tempo presente, come se l’esperienza si stia svolgendo nell’attimo preciso piuttosto che ieri o qualche tempo fa.
L’originale giapponese dello stile Haibun fu creato dal poeta giapponese, il più noto anche dei poeti di Haiku di nome Matsuo Basho.
Le sue composizioni tendevano a concentrarsi sui suoi vagabondaggi attraverso il Giappone. Bashō scrisse la maggior parte dei suoi haibun come racconti di viaggio, il più famoso dei quali è Oku no hosomichi 奥の細道 (“L’angusto sentiero del Nord”, compreso nel volume tradotto in Italiano (Il romitaggio della dimora illusoria).

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In generale e soprattutto in Italia è d’uso scrivere una breve parte in prosa seguita da un solo Haiku.

Ma esistono composizioni con più parti in prosa accompagnate da più di un Haiku.
In questo caso le caratteristiche degli haiku che accompagnano la parte in prosa, possono essere di due tipi:

-Il primo riassume il sentire della prosa, ma senza ripetere parole o frasi o immagini già contenute nella prosa. In sintesi un haiku che può essere una giustapposizione apparentemente e diversamente collegato al testo di prosa.

-Il secondo, è un haiku che va al di là della prosa come un passaggio ulteriore, portando il lettore ancora un passo più in là nel resoconto.
Questa seconda scelta, anche se la più difficile è quella preferibile.

Gli Haibun contemporanei, almeno quelli scritti da noi occidentali, tendono a concentrarsi maggiormente sulle esperienze quotidiane, che non sui viaggi.
In questo nostro tempo in cui l’esperienza dell’essere umano vive per la maggior parte dell’esistenza in ambienti urbani ed eccezionalmente in zone naturali, gli scrittori haibun si concentrano in quest’ ambito riferendosi alle loro esperienze di viaggio, ma non solo.

La forma preferita resta comunque quella di una parte in prosa, seguita da un solo haiku.

Quando invece sono presenti più parti in prosa, intercalate da altrettanti parti in poesia, le parti in poesia generalmente sono sempre Haiku. A volte, ma molto raramente, fra gli Haiku trova collocazione anche un Senryu, ma personalmente lo sconsiglierei.

Il potere dello Haibun sta nella giustapposizione di prosa e poesia, qualcosa che nessun altra forma letteraria contemporanea osa tentare. La novità, rispetto a quella fascia di scritti letterari completati dalla poesia o in cui la poesia è inscritta, come corollario, o come riferimento a fatti o sensazioni del passato, è che le diverse parti dello Haibun, sono inseparabili, si completano reciprocamente e in modo autonomo, restando tuttavia, l’una subalterna all’altra; due linee parallele, narrativa e poesia, che si incontrano all’infinito, in quel punto che si chiama Haibun.
Parrebbe una contraddizione?
Probabilmente si! Ma come spesso capita, le sfide più stimolanti, nelle cose della vita, tendono ad essere contraddittorie.

NB: – GLI HAIBUN POSSONO AVERE UN TITOLO –

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PRIMO ESEMPIO.
Racconto breve e un solo haiku dopo la prosa.

Autore Antonio Sacco.

Passeggiando per il quartiere di bryggen , quartiere senza dubbio più rappresentativo di Bergen, tanto da essere inserito nel patrimonio dell’UNESCO, i brividi di freddo mi fanno tremare pur essendo in tarda primavera. Posso solo intuire, quindi, il freddo che fa in inverno.
Passando per il mercato del pesce posso notare come sia ricco e variegato il pescato di quei luoghi. Bergen è una città austera che vantava un ruolo importante nella lega anseatica. Aspetto con ansia il traghetto che dovrà condurmi per una mini-crociera nel più grande e rappresentativo fiordo norvegese: Sognefjord.
Qui, in Norvegia, tutto è acqua: torrenti, cascate, fiordi, ghiacciai, oceano, umidità. Già sarà proprio l’umidità dell’aria che fa scrivere queste righe con un inchiostro molto più abbondante e fluido?

la pelle d’oca –
il bramito dell’alce
nel profondo nord.

SECONDO ESEMPIO – Sempre con un solo haiku dopo la prosa –
Di autrice sconosciuta- Anche in questo diciamo che la prosa è poetica oppure è poesia prosastica. Ma è essenzialmente la descrizione di un momento e non di un viaggio

Questa notte l’aria è umida, penetrante.
Il profumo delle zagare si posa sul davanzale.
Un miagolio sgombra il silenzio.
Entro nella camera oscura a fotografare il mio passato.
La sigaretta accesa faro nell’ombra.
Anelli di fumo ricamo di presenza.
Nel tiepido letto disfatto s’addormenta il desiderio.
L’alba indugia sul pergolato e il gallo tarda a far sentire la sua voce.
Abbracciata al mio incantesimo sorrido.

sfioro la luna-
su gocciole di brina
sono una fata.

DUE ESEMPI CON TITOLO –  di Andrea Cecon –

Un maestro in assoluto di questo genere e anche il massimo divulgatore di questo tipo di composizioni in Italia.

Anche in questi due esempi un solo Haiku dopo la prosa –

Gagarin .
Sasha,un amico della madre di Lera, ci accompagna in macchina da Kubinka all’aeroporto di Sheremetyevo. La strada attraversa sterminate foreste di conifere e scavalca una trafficatissima autostrada che scopro essere diretta a Riga, in Lettonia. Dopo l’autostrada, sulla destra, appare una monumentale costruzione in cemento: imponente, fantastica e orribile al tempo stesso.
Impressionato, domando che cosa sia. «Un monumento di epoca sovietica, dedicato alla grande guerra patriottica e alle sue vittime», mi viene risposto. Anni dopo non potei che concordare con le parole del filosofo Zygmunt Bauman, che definì il socialismo reale «il figlio più devoto e l’allievo più solerte della modernità solida». La Russia, e tutta la ex Unione Sovietica, sono piene di monumenti simili.
Poco prima di arrivare all’aeroporto, passiamo vicini ad un più modesto monumento dedicato alla cosmonautica sovietica.
Quand’ero bambino sognavo di diventare cosmonauta…tenendo in mano il globo mi immaginavo di guardarlo dall’oblò di una stazione orbitante: «Vedo la Terra, è azzurra e bellissima…» fino a che, occhi sulla Terra, non venni assalito da un pensiero cupo: se ci fosse stata una guerra nucleare tra le due superpotenze, questa si sarebbe combattuta senz’altro sui cieli del Artico: è la via più breve per uno scambio missilistico.

Yuri Gagarin –
un corvo sulla statua
s’alza in volo

Zurigo .
Sulla via del ritorno dalla Germania, il treno si ferma a Zurigo, Svizzera, all’incirca ad ora di pranzo. La stazione è enorme e devo allontanarmi dai binari per trovare uno snack-bar e mangiare qualcosa.
Mi allontano serenamente, perché in ogni caso so che ho un po’ di tempo prima del treno per Milano. Poi prenderò quello per Padova, e poi…e poi cosa? Ho un momento di disorientamento e, ad essere onesto, non conosco la risposta.
Dopo mangiato salgo sul treno e, dal finestrino del mio scompartimento, vedo due amanti che si baciano appassionatamente sul binario pressoché vuoto. Lei forse è Svizzera, lui probabilmente è Italiano. Immagino che lui stia per prendere il mio stesso treno, ma ancora una volta non lo posso sapere…l’unica cosa che so è che, dove sto andando io, non ci sarà nessuno ad aspettarmi.

Solo ai treni
un passero zampetta
tra le mie scarpe

 

Altro Esempio.

Autrice Mirella Pennone.

Più parti in prosa, dove all’interno del racconto trovano collocazione due Haiku ed anche un Senryu.

 

Jumbo. Ali d’argento pungono il cielo.
Sono seduta vicino all’oblò, ognuno ha trovato il suo posto; mi attende il paradiso australe dove
già sogno l’ombra delle palme.

lascio certezze
voglio un’alba rosata
rossi tramonti

Venti ore per arrivare, l’oggi é già domani.
Nell’isola la sabbia è talco, il sole allo zenit attanaglia, non c’è nessuno d’intorno, nell’aria l’odore del sale inebria i miei sensi.

oblio inconsueto
un fiume che diverso
dona l’incanto

Un granchio mi osserva dubbioso, distesa sulla rena l’osservo a mia volta.
Nel biancore dilaga il silenzio, io vorrei un sussurro nell’alba e respirare amore nell’aria.

m’invade dolce
profumo di sandalo
crolla la sera

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