3 – I GENDAI HAIKU o HAIKU MODERNI –

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Ci tengo ad evidenziare che questo tutorial, per la gran parte è stato tratto da un articolo di Luca Cenisi, apparso a suo tempo sulla rivista online “Cinquesettecinque “Blog Italiano per lo studio della poesia Giapponese, dal titolo: “Gendai haiku: un primo approccio teorico” e che sono stato autorizzato a condividere, implementato con alcune altre mie considerazioni e con gli esempi.
COSA SONO I GENDAI HAIKU?

Va innanzitutto premesso che, con l’espressione gendai haiku, definiti anche haiku moderni ci si riferisce non tanto a un dato “assetto” poetico, quanto, piuttosto, a un periodo nella storia di questo genere letterario che parte a metà del 19° secolo sino ad arrivare ai giorni nostri.
Alla base del movimento gendai vi è l’esigenza di aprire lo haiku tradizionale a nuove tematiche sociali, culturali, politico-economiche e via dicendo, andando spesso oltre le regole compositive “canoniche”, come la presenza di un riferimento stagionale (kigo/kidai) o il rispetto dello schema fisso (teikei) di 5 – 7 – 5 sillabe o in Giapponese on “suoni”.
Nei Gendai Haiku l’analisi del presente dilata la prospettiva naturalistica in senso stretto dell’Haiku, e va ad abbracciare una serie di eventi, immagini e ricostruzioni poetiche che nello haiku neo-classico non sono riscontrabili.
Scrive, a tal proposito, Kaneko Tohta: è necessario percepire quel senso di vita (ikimono) che risiede in tutte le cose, non solo negli esseri viventi, ma in tutto ciò che fa parte della vita quotidiana; che si tratti di una radio, di un treno ad alta velocità, di un computer e così via.

Il materiale su cui lavora lo haijin è dunque destinato a cambiare, o meglio, ad evolvere. Si passa così da un catalogo di termini ed espressioni stagionali (kigo e kidai) a una varietà di parole chiave (keywords) non necessariamente identificabili con un dato periodo dell’anno (muki, letteralmente “senza stagione”), in grado di dilatare «il campo delle associazioni alla vita umana, includendo ogni genere di invenzione»
In questi termini, risulta emblematica la pubblicazione del Gendai Haiku Saijiki, curato dalla Gendai Haiku Kyōkai di Tokyo nel 2004, ossia un vastissimo catalogo (in 5 volumi) di parole chiave e termini non stagionali (muki) capaci di fungere da centro espressivo o fulcro compositivo per i poeti gendai; che come per il ” Libro delle Stagioni ” in Italia purtroppo non è reperibile.

Cosa resta, dunque, dello haiku che tutti noi siamo abituati a conoscere in questa forma “moderna”?
Resta un’attenzione, sincera e irriducibilmente umana, nei confronti del mondo in cui vivono poeta e lettore, ma in un mondo in continuo cambiamento ed evoluzione, caratterizzato da un inarrestabile progresso scientifico e tecnologico e da un crescente interesse verso la dimensione sociale del vivere quotidiano.
Prendendo in prestito le parole del poeta austriaco Dietmar Tauchner, e per rafforzare il concetto, possiamo dunque affermare che lo haiku moderno (gendai) «riguarda ogni aspetto della vita umana, incluse le esperienze della guerra, le conseguenze dei conflitti nucleari, e via dicendo».

Da un punto di vista compositivo, come già detto il poeta gendai non segue regole prestabilite.
Il modello 5-7-5, che può anche essere praticato, viene però quasi sempre sostituito da uno schema più “aperto” ( “forma libera”), mentre lo stacco (kireji), pur continuando a trovare largo impiego, può non di rado perdere la propria referenzialità nell’economia complessiva dello scritto.

Per contro, conquistano maggior spazio figure retoriche come la METAFORA e L’ANALOGIA:
– Metafora – Consiste nel trasferire a un termine il significato di un altro termine con cui ha un rapporto di somiglianza. In breve, è una similitudine senza il termine di paragone: tu sei (simile a) un dio.
Analogìa – Dal greco analogìa, ‘corrispondenza, rapporto’.

Nella retorica classica consiste nello stabilire rapporti tra due coppie di termini, cioè si confronta una coppia di termini legati da un certo rapporto con un’altra coppia di termini legati da un rapporto simile, ad esempio: una vacanza senza di te è come una Coca Cola senza cannuccia – in grado di veicolare esperienze e significati al di là del puro dato letterale.

Il linguaggio si arricchisce del valore del simbolo, seguendo uno sviluppo meno diretto e immediato e maggiormente prospettico, esaltando la semantica delle parole mediante processi di associazione o contrasto più raramente riscontrabili negli haiku tradizionali…dunque se «l’uomo è un’entità vitale al pari di una rondine o di una donnola», si giunge alla conclusione che a creare l’intima connessione tra individuo e natura sia, in ultima istanza, proprio quella “percezione del vissuto” dove i Gendai Haiku, disgregano quella restrittiva visione “dei fiori e degli uccelli” in favore di una poetica “del vero” dove per natura non intendiamo solo quegli elementi appartenenti alla fauna e alla flora, ma più in generale al vissuto dell’uomo, al suo quotidiano che implica anche «soggettività di sentimenti». In altri termini, «dobbiamo percepire questo senso di vita (ikimono) in ogni cosa – non solo negli essere viventi, ma in tutto ciò che può caratterizzare il nostro quotidiano; ossia, una radio, un computer, un rasoio elettrico, un frigorifero, uno specchio e così via».
A giocare un ruolo determinante, nella stesura di un buon gendai haiku, rimane la profonda consapevolezza del momento storico-sociale in cui vivono l’autore e il lettore, il desiderio di vivere pienamente il presente percependo quel soffio vitale che anima ogni cosa, anche quegli oggetti o avvenimenti che ne risultano apparentemente privi.

NB: Quanto sopra detto potrebbe far pensare ad una certa analogia con i temi trattati dai “Senryu“ anche se questi ultimi tendono a mettere in evidenza più i paradossi del comportamento umano ma è opportuno altresì ricordare che i Senryu seguono rigidamente la metrica 5 – 7 – 5 degli Haiku…mentre come sopradetto i Gendai Haiku no.

Anche i Gendai Haiku non hanno titolo.

ESEMPI:

Kaneko Tohta
davanti ai miei occhi giovani
un soldato spasima
scontro a fuoco

il mio orticello –
un’isola dove posso stare
solo in camicia

Saitō Sanki
operai a giornata –
le scintille dei loro falò
bruciano la scogliera

Takahama Kyoshi
il falò misero
come cerca di svanire
viene risvegliato

Ana Olimpia
festa di compleanno –
un nuovo after shave
in tutta la stanza

campo eolico –
il vento segna fantasmi
coi suoi capelli

Mitsuhashi Takajo
sopra un idropalo
l’elettricista si trasforma
in una cicala

Margherita Petriccione
fine lavaggio-
dietro l’oblò lo sguardo
del cane di peluche

centro commerciale –
sguardi fissi
su scale mobili

Mahrukh Bulsara
mezzanotte…
il bagno del vicino
illumina anche il mio

Jim Kacian
passando la brocca
il calore
di molte mani

Masaoka Shiki
masticando mele
ogni cosa, anche se detta,
va ripetuta

Maria Laura Valente
semaforo rosso —
ristagna nell’abitacolo
il nostro silenzio

Riassumendo:

-I Gendai Haiku non hanno titolo.
-Sono liberi dalla forma 5-7-5
-Non è obbligatorio l’uso del Kigo, anzi quasi mai lo stesso viene utilizzato.
-Possono essere criptici.
-Possono essere autoreferenziali
– Possono essere supportati da figure retoriche.

Qui di seguito oltre alla Metafora e alla Analogia, poco sopra già viste, ve ne elenco altre:

L’Allegoria: figura logica
Consiste nel nascondere, dietro il senso letterale delle parole, un contenuto diverso, per lo più di carattere astratto e ideale.

La Personificazione:
Consiste nell’attribuire a cose e ad animali azioni o sentimenti umani.

La Prosopopea – figura semantica
Simile alla personificazione consiste nell’attribuire prerogative umane a cose o a concetti inanimati o astratti, facendoli parlare o rivolgendo loro la parola.

La Similitudine – figura semantica
Consiste nel paragonare persone, animali, cose, sentimenti per associazione di idee; è introdotta da: come, sembra, pare, è simile, somiglia, ecc…

L’Ironia – Figura logica
Consiste nel dire il contrario di ciò che si pensa.

L’Ipotiposi
Rappresentazione particolarmente vivace di un avvenimento reale o fantastico, di un oggetto o di un personaggio.

I Gendai haiku influenzati dai cambiamenti nella società, nell’economia, nell’arte e nella letteratura – si espandono in settori quali la politica, la soggettività, l’avanguardia, il femminismo, l’urbanismo, il surrealismo, l’immaginario, il simbolismo, l’individualità e la fantascienza …

Qui di seguito altri originali e famosi esempi di questa ormai consolidata tendenza poetica.

-Kaneko Tōta
come i calamari
impiegati di banca sono fluorescenti
dalla mattina

-Murio Suzuki
dalla vista
dell’uomo che è stato ucciso
siamo svaniti

– Saito Sanki
mitragliatrice-
in fronte
il fiore che uccide fiorisce

-Shuoshi Mizuhara
gelatina di fagioli azuki-
preferisco un gioco comico
con una trama tranquilla

 

 

 

 

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