Lillo Messina

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L’arte non deve mai tentare di farsi popolare, è il pubblico che deve cercare di diventare artistico. Oscar Wilde La pittura proviene da un luogo dove le parole non si possono esprimere. Gao Xingjian

Lillo Messina

LILLO MESSINA - nasce a Messina e nella stessa città inizia gli studi presso l'Istituto d'Arte, proseguiti poi a Reggio Calabria. Nel 1961 si trasferisce a Roma per frequentare l'Accademia di Belle Arti. Parallelamente agli studi accademici, inizia la sua ricerca. Nel 1964, presso la Galleria San Marco, Roma, tiene la sua prima personale. Nel 1969 inizia una lunga serie di mostre. Nel 1970 espone presso la galleria Ciovasso, Milano. La mostra del 1973 alla Nuova Pesa, Roma, è ricca di opere di grandi dimensioni basate sul tema dell’ecologia. Oltre ad esporre con continuità in diverse città italiane, è invitato nel 1974 alla Bedford House Gallery, Londra. Nel 1975 partecipa alla X Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. Nel 1989 viene allestita una sua personale presso la galleria la Gradiva di Roma, dal titolo “In viaggio con Ulisse”. Nel 1993 Palazzo Braschi (Museo di Roma), Roma: ospita un’importante mostra antologica intitolata “Il mare dei miti” curata da Claudio Strinati. Nel 1994 espone a New York invitato dalla galleria Spazio Italia. Nel 1998 presso il Museo del Risorgimento di Roma prende parte alla rassegna "L'isola dipinta. Sicilia cinquant'anni di natura e paesaggi", curata da Aldo Gerbino. Nel 1998 il comune di Piombino in collaborazione con il Centro di Iniziativa per le Attività Culturali, organizza una sua mostra nelle sale di Palazzo Appiani dal titolo "Mare oltre Mare" con circa 50 opere prevalentemente di grandi dimensioni. Nel 2003, con il titolo “Mirabilis insula picta”, espone una personale al Palazzo dei Congressi di Montesilvano (PE). Nel 2008 espone presso le sale dell’armeria del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Roma dal titolo “Il mare oltre”, a cura di Carlo Fabrizio Carli. Premio Sulmona 2008. Nel 2011 espone a Palazzo Gaetani di Cisterna di Latina (LT). Nel 2014 espone presso Officina della Memoria e dell’Immagine a Fiuggi (FR) e successivamente alla rassegna Artisti di Sicilia – Favignana / Palermo / Catania, a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2016 espone una mostra antologica dal titolo “Messina x Messina” per Le Scalinate dell’Arte presso il Palacultura Antonello a Messina, a cura di Mosé Previti.

ALCUNE OPERE

Esodo interminabile – 2011 olio su tela 71×56

Invasione 2010 olio su tela cm 53X110

Arcipelago rosso 2016 olio su tela cm 50X70

E vanno 2013 olio su tela cm 50X70

 

APPARATO CRITICO di Claudio Strinati

Lillo Messina è arrivato nella fase della sua piena maturità e ha affinato sempre più quella tecnica incisiva e acutissima grazie alla quale il suo lavoro ha assunto una presenza notevole nel panorama italiano contemporaneo. Messina è un pittore dotato di una mano cospicua che gli consente di realizzare stesure nitide e convincenti e di costruire un insieme di segni e simboli perfettamente coerenti con la sua immaginazione.

Ma il suo valore va ben al di là dell’eccellenza tecnica per calarsi in un sistema iconografico e stilistico che manifesta una personalità spiccata e una intelligenza singolare del fenomeno figurativo. Tutta la critica che si è occupata della sua opera ha rimarcato il legame tra l’ arte di Messina e la sua terra siciliana. E non c’è dubbio sul fatto che il pittore sia ripieno di quelle immagini di cielo, terra e mare riscontrabili in continuazione nel peregrinare lungo l’isola meravigliosa su cui ha mosso i primi passi. Adesso Messina è arrivato a un punto singolare e inatteso.

E’ diventato una sorta di pittore-geografo che crea quadri apparentemente topografici che descrivono luoghi ben precisi dove l’ immaginazione dell’ artista ama soffermarsi. Ma c’è di più: predilige da un po’ di tempo a questa parte le visioni a volo d’ uccello, quasi che egli guardasse la terra sottostante da un satellite e ne rendesse la descrizione con gli strumenti del pittore.

Oggi, realmente, le proiezioni visive dal satellite sono di impressionante nitore e precisione per cui lo sguardo di ciascuno di noi può avvicinarsi, calando dall’alto, fino a dettagli minuziosissimi a terra. Lillo Messina, naturalmente, non lavora al computer e le sue immagini sono, come è sempre stato nelle sua carriera, trasposizioni fantastiche da visioni tecnicamente precisi e ineccepibili ma modificate da un afflato poetico che non ha di mira la esattezza o la verosimiglianza ma intende esprimere la suggestione visiva in una specie di sogno non definibile con altri strumenti che non siano quelli della pittura.

Messina sente molto l’ idea dei transiti e effettivamente lo si vorrebbe definire un pittore-astronomo che vuole rendere vividi per ciascuno di noi i grandi transiti dei mondi sulla mappa del cielo, alla scoperta di nuove dimensioni che esaltano la mente e rallegrano lo spirito. Artista di profonda onestà e umanità, Messina concepisce la sua opera come un grande sforzo di sintesi condotto su un materiale fragile e denso da cui il maestro vuole estrarre una sorta di quintessenza in bilico tra la fisica e la metafisica, ripiena di echi arcani e remoti ma ben incardinata al quotidiano e alla concretezza della vita di tutti.

Nicola Micieli, commentando qualche anno fa gli elementi fondamentali dell’ itinerario di Lillo Messina, lo ha paragonato a Ulisse o meglio ha richiamato il mito del vagabondo Ulisse per spiegare meglio certe motivazioni profonde dell’artista oggi arrivato a una consapevolezza e una profondità di sentire da additare all’attenzione di tutti coloro che non sono troppo disposti, per naturale disposizione o per formazione, a ridurre il lavoro di un artista a una vuota formula, senza smettere di cercare una ricchezza di contenuti e di fattori espressivi che , nel caso di Lillo Messina, debbono ancora in parte emergere chiari. Ne scaturisce una mostra come quella attuale dove ciascuno di noi è messo in condizione di conoscere gli elementi costitutivi della poetica di un maestro di tal fatta.

E il sogno delle isole di Lillo Messina diventa un itinerario condiviso di una avventura della mente che spazia senza limiti e senza confini come sognando un approdo, per altri versi impossibile, dove riposare dopo un viaggio avventuroso e accidentato per poi rimettersi in cammino e così proseguire instancabilmente con gli occhi rivolti a una meta che si sposta sempre più in là.

 

LE DUE COPERTINE PER L’INEDITO LETTERARIO di Fabio Martini

Conobbi il maestro Lillo Messina attraverso un amico comune, l’appassionato ed esperto, a detta di molti ben più intenditore di molti critici o presunti tali, Tonino Bosica.

Non ci fu mai un incontro vero tra me e Lillo Messina, di quelli da darsi la mano intendo, eppure, nacque una simpatia diretta, quella simpatia che solo le parole, una voce, una grammatica inusuale delle parole, che neppure è servito guardarci negli occhi. Ci siamo intesi e ci siamo sorrisi senza vederci.

Noi, una piccola casa editrice in eterno start up con me referente attivo se non iperattivo e nel caso specifico anche autore e lui, un uomo gentile, garbato e trasparente.

Avevo visto un suo quadro

Mediterraneo (omicida – suicida) – 1974 olio su tela 143×101

che mi piaceva molto e lo trovavo proprio adatto ad un libro che stavo pubblicando, un libro di poesie e racconti, una specie di opera omnia di quarantacinque anni di scrittura e glielo chiesi subito così come ne sto scrivendo. Lui mi rispose subito di sì. Il nostro amico comune aveva fatto un bel lavoro di collage, così è nata, con un semplice telefonata, la copertina di “Terre di confine” con tutti quei pugnali piantati nella sabbia come tanti cavalli di frisia.

Ricevetti in autunno, dopo l’uscita avvenuta nel mese di luglio, una telefonata dove il Maestro si complimentava con me per il bel libro e per alcune cose scritte di cui volle sapere i motivi e… insomma mi dimostrò che veramente aveva apprezzato tutto, e non solo quello a cui si era adoperato. Posso dire che per uno scrittore, è il tipo di telefonata che più si apprezza.

Avvenne poi, quasi in maniera naturale che per la mia uscita di quest’anno, il romanzo “La basilica in riva al mare”, trovassi, senza alcuno sforzo, tra i tanti quadri di Lillo Messina, ancora una volta uno di quelli che poteva diventare una copertina perfetta e fu così che lasciai un messaggio al suo wazzap, chiedendogli di quello strano scoglio in mezzo al mare intitolato “Eoliano”.

Eoliano 2007 135×150

Non ci pensò su molto e trovari la risposta: “Ciao Fabio, LA BASILICA IN RIVA AL MARE titolo bellissimo, si sposa bene con EOLIANO, copertina concessa!”.

Questo romanzo insieme alla sua bellissima copertina sta per essere presentato al “Campiello 2020”. Grazie Lillo, grazie da parte di tutto L’inedito Letterario.

 

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www.lillomessina.com