Andrea Valentini

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Romanzo presentato al Premio Campiello 2021

Andrea Valentini

 

Introduzione a “La difesa di Alechin”, romanzo

Che sia vita o gioco, il senso di questo romanzo si fa sfuggevole ed è attraverso le caratteriali sembianze dei protagonisti, che si viene condotti alla scoperta dell’uomo in ogni sua sfaccettatura, fragilità, risorse, limiti e opportunità. Scorrendo pagina dopo pagina su una scia simile alla letteratura esistenzialista, lo scrittore ci conduce attraverso il gioco della gratuità dell’esistenza sostenuta all’estremo anche da Sartre, attraverso un’indagine metafisica di scuola quasi camusiana attraverso il dato empirico della distanza incolmabile fra le aspettative dell’uomo e le risposte del mondo. Eppure la minaccia dell’avversario, delle avversità, incombe a tal punto, da spingerci a sospettare la presenza di un nemico vero o presunto, predatore di una terra concessaci in nome di un’autorevolezza tutta da dimostrare. “La difesa di Alechin”, ci porterebbe all’apertura scacchistica compresa del suo spirito e audace temperamento dalla quale si principia la vicenda  che  attraverso un aereo , quale cavallo nero di Alechin, conduce il protagonista a scavalcare la sua postazione esistenziale,  per condurci presso lo spazio centrale del gioco. Un gioco, una circostanza che va svolgendosi ad una terra immaginaria che di Alechin  assume  il nome, il tutto dentro un  presente atemporale, in uno spazio che della metafora di scacchiera si avvale, terra di conquista e al contempo di difesa; senso del vivere stanziale unito a quello della  precarietà. Una terra dunque che sa di passaggio ma spinge al dimorare. Un tempo dedicato alla realizzazione di un progetto che tanto finisce per appartenerci da farsi sua umanità stessa. Questo è ancora l’uomo che si interroga , studia le proprie mosse, pretende il controllo del gioco e alla fine di sé saprà, forse, sorprendersi. Oppure continuerà a covare in sé l’illusione, ancora una volta tradita dagli eventi esterni ma che l’una o l’altra potrebbe non fare la differenza, dato che il colore degli scacchi è  interscambiabile e il gioco può sempre ricominciare dalla posizione del proprio antagonista.

L’invasione dei Livorosi, abbinata alle immagini del ghiacciaio che si muove e dell’onda sul punto di rompersi, è anche metafora del cambiamento climatico in atto. Un senso di rassegnazione e un certo cinismo sono le risposte dei personaggi di fronte ad una catastrofe imminente. L’attesa passiva del “punto di non ritorno”. Scorrendo pagina dopo pagina su una scia simile alla letteratura esistenzialista, lo scrittore ci conduce attraverso il gioco della gratuità dell’esistenza sostenuta all’estremo anche da Sartre, attraverso un’indagine metafisica di scuola quasi Camusiana attraverso il dato empirico della distanza incolmabile fra le aspettative dell’uomo e le risposte del mondo. Eppure la minaccia dell’avversario, delle avversità, incombe a tal punto, da spingerci a sospettare la presenza di un nemico vero o presunto, predatore di una terra concessaci in nome di un’autorevolezza tutta da dimostrare.  “La difesa di Alechin”, ci porterebbe all’apertura scacchistica compresa del suo spirito e audace temperamento dalla quale si principia la vicenda  che,  attraverso un aereo, quale cavallo nero di Alechin, conduce il protagonista a scavalcare la sua postazione esistenziale,  per condurci presso lo spazio centrale del gioco. Un libro d’altri tempi ma pieno di mondo odierno, permeato da un abbandono quasi composto ed ordinato agli eventi a venire.