Clara Salafia e Cristiana Toletti

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Un'opera straordinaria. Un libro didattico, dove i bambini sono partecipi della loro esistenza. Un racconto dove, mese per mese, i bambini si proiettano verso una educazione completa. Un iter, un percorso tra i 7 e gli 11 anni, dove poesia, aneddoti, animali, piante, aritmetica e geometria, si fondono in una unica soluzione didattica.

Clara Salafia e Cristiana Toletti

Clara Salafia è nata a Padova nel 1952. Nel ‘71 consegue il Diploma di Maturità  presso il Liceo Scientifico I. Nievo di Padova. Nel ‘76 si laurea in Scienze Biologiche presso l'Università di Padova. Nell’80 è borsista universitaria presso l'Istituto di Botanica della medesima Università. Dal,’85 al 2014 è docente di Scienze, Chimica e Geografia negli Istituti Medi Superiori. Dal 2002 al 2014 è titolare della cattedra di Scienze Naturali presso il Liceo Classico T. Livio di Padova. Dal 2014 al 2016 lavora all'allestimento del Museo delle Scienze del medesimo Liceo. È autrice di varie pubblicazioni scientifiche su riviste italiane e internazionali. Nel 2020 presenta un manoscritto, composto insieme alla collega di tanti anni Cristiana Toletti, a “L’Inedito” e viene pubblicato “Il mondo magico” dedicato interamente ai bambini. Un sogno umanistico coltivato a lungo.

 

Cristiana Toletti, nata a Torino nel ’53 è residente da anni a Padova. Nel ‘76 si laurea in Matematica. Prosegue gli studi frequentando per due anni la Facoltà di Magistero e nell’81 consegue il diploma della Scuola di Perfezionamento e Specializzazione in Metodologia della Ricerca Filosofica e in Filosofia della Scienza. Ha insegnato Matematica e Fisica presso il Liceo Scientifico Ippolito Nievo, Eugenio Curiel e negli ultimi 13 anni presso il Liceo Classico Tito Livio, sempre a Padova. Nel 2010 con l’apertura di un Museo della Scienza all’interno del Liceo Tito Livio affianca all’attività di insegnamento l’organizzazione e la cura delle visite guidate. Conclude l’attività di insegnamento con l’anno scolastico 2013 - 2014. Nel 2020 presenta un manoscritto, composto insieme alla collega di tanti anni, Clara Salafia, all’editrice “L’Inedito” e viene pubblicato “Il Mondo Magico” dedicato interamente ai bambini. Un sogno matematico coltivato a lungo.

 

Introduzione all’opera di Fabio Martini

Questa è un’opera dedicata ai bambini. Un lavoro di straordinario intuito. Le due autrici hanno espresso, insieme ad un colpo di genio strutturale, gli anni dedicati all’insegnamento in un tutt’uno invidiabile e lungimirante.

Quando, come editore, qualche mese fa, lessi per la prima volta le pagine iniziali del manoscritto, non colsi immediatamente l’intento, lo diedi a leggere a chi si occupa delle prime letture e fu proprio una di queste lettrici, insegnante anch’essa – non a caso – che disse immediatamente che questo era un lavoro con un’idea molto originale.

Toccò a me quindi leggerlo e pagina dopo pagina realizzai che “Il magico viaggio” è un racconto a coinvolgere, quasi teatrale, dove gli attori sono gli animali, le piante, la poesia, le leggende e i racconti, le filastrocche e dulcis in fundo, con la grande scusa dei mesi dell’anno che si susseguono a ritmo naturale delle cose, i numeri.

Perché è semplice: il mese di gennaio è il primo, e febbraio è il secondo e via così, e allora si parla di numeri: prima dell’uno, poi del due, poi del tre ed io andavo a scorrerli e tutto vorticava con passione, ed io stesso abituato alla lettura, per lavoro, per partecipazione, per scelte del tutto mie, tra quel tutto che scorreva, mi ritrovavo nel mondo magico dell’insegnamento, quello ancora delle speranze dei giovani insegnanti, quello che troppo spesso scompare dopo qualche anno di insuccessi, presunti perlopiù. E vi intravvedevo l’amore per un mestiere conseguito tutta la vita – in questo caso – perché era mestiere voluto e non lavoro capitato.

Ho pensato a quante volte non capiamo o non li abbiamo capiti mai, quelli che furono i nostri insegnanti, quelli dei nostri figli oggi, quelli che ci sono amici e che troviamo sfibrati a volte, quasi insopportabili, come fossero unici con le loro delusioni, le loro stanchezze, i loro sogni infranti davanti ad uno studente che non c’è verso, non gli va giù quella roba.

Ed ho pensato al sottile velo inconsistente tra l’avercela fatta e il non avercela fatta mai oppure l’avercela fatta ma non essersene accorti; se non, magari, in chissà quale diamine di futuro, all’incontro casuale di un sabato tra i tanti con l’identico famoso studente testa dura d’altri tempi, e scoprire lì, solo lì, d’avercela invece fatta.

Ma spesso viviamo il presente e per il futuro non ci attrezziamo mai.

E me ne sono accorto leggendo proprio quel manoscritto, che io, che sono un padre prima di tutto, con un bimbo di otto anni, ho afferrato l’intrinseco successo di questa opera, e dove fosse la chiave di volta delle autrici a dar poesia proprio a quell’insegnamento, al proprio lavoro di tutta una vita e indirettamente a me come genitore, una chiave di lettura. Un modo per decodificare un interesse nascosto nei meandri di noi, dalla fanciullezza. Allora la geometria, i numeri, la poesia, il racconto, le nostre tradizioni, il nostro DNA naturale – quello che trasmettiamo proprio mentre lo riceviamo – il tutto diventa un fiume che scorre, sul quale possiamo portare il nostro bimbo che sempre è ancora in noi, sopra una barchetta di carta piegata e farla ballonzolare sulla corrente fluida delle parole miste ai numeri, miste agli animali, alle piante e vedere quel bambino, apparentemente fragile, sbarrare gli occhi e correre verso quella cultura che è giusto raggiunga, nel tempo e non solo a scuola, non solo a casa, ma d’appertutto, dalla corsa in un bosco, ai sogni, al cuore dei suoi genitori, degli insegnanti, alla complicità dei compagni, poi amici, sino agli amori futuri; perché tutto è un fiume di nozioni da elaborare e più le elabori e più emergi esemplare.

Come vedete “Il magico viaggio” ha incantato anche me, come doveva essere, e proprio in quello che ho appena scritto penso e suppongo sia evidente quell’incantesimo che mi ha attraversato.

I mesi, gli anni, scorrono molto più velocemente dei numeri che ci rappresentano e noi siamo nani sulle spalle di giganti che poi sono i noi, passati prima di noi, ma che sono due noi diversi e il discorso si farebbe lungo. Buona lettura quindi a tutti, piccini e grandi, per questo magico viaggio che è la vita, e che di magico c’è l’aver avuto, nel bene e nel male, alla fine, la fortuna di averla vissuta, almeno una volta. Grazie.