Sono nato a Rovereto nel 1960. Ho cominciato a scrivere negli anni giovanili, piccole cose che poi finivano con il perdersi in qualche cassetto. Mi dedico assiduamente alla scrittura solo dal 2016, quando raccolgo tutte le poesie che avevo scritto negli anni precedenti per comporre una raccolta, “ Pensieri d’Inchiostro “ che, spinto anche dall’insistenza di familiari e amici decido di stampare autofinanziandomi. Da quel momento proseguo la mia attività di scrittore amatoriale, traducendo in poesia tutte le emozioni che sempre più frequentemente mi travolgono anche nella quotidianità. Nascono così le altre due raccolte sempre autofinanziate : “ Quando le emozioni bussano alla porta “ 2018 e “ Emozioni a fior di pelle “ 2019. Non mi ritengo un poeta e nemmeno uno scrittore, ma semplicemente una persona comune che tramite la poesia cerca di dare vita alle proprie emozioni.
Come un vecchio lupo di mare
Ho passato lunghi mesi sulla riva,
accovacciato con la testa tra le mani
a fissar la calma piatta del mio mare.
E ora al primo alito di vento
dispiego le mie vele e fendo l’onda.
Non ho una meta,
un’isola o una costa.
Lascio che i flutti guidino la prua,
che il vento gonfi le tele
e che il sole sorga.
Lascio che il cuore tracci la mia rotta
e che il fato amico plachi le tempeste.
Ho tante voci care a confortarmi,
a rendere più facile il mio viaggio.
Di notte c’è una stella che mi guida,
che splende più di ogni altra cosa al mondo.
Di giorno quella stella è nel mio
petto,
che veglia questo mio girovagare.
Ho passato lunghi mesi sulla riva,
accovacciato con la testa tra le mani
a fissar la calma piatta del mio mare.
Non ho nessuna fretta di arrivare,
di rimettermi a sedere sulla riva.
Lascio che il cuore tracci la mia rotta
verso un approdo per ricominciare
A mio padre
Ciò che mi resta di te,
qualche sgualcita fotografia
ingiallita dallo scorrere dei giorni.
Ciò che mi resta di noi
quegli scatti lontani nel tempo,
struggenti immagini
di ciò che eravamo.
Nel mio essere bambino
quando tu ci lasciasti
c’è tutto il dramma di chi
di te,
non rammenta nulla.
Porto con me da sempre,
il grande rammarico
per ciò che non è stato.
Per quello,
che la vita ci ha rubato.
Per il tempo,
che non abbiamo passato a giocare.
Per il tempo,
che non abbiamo passato a litigare.
Per tutte volte,
che non ti ho potuto dire:
“Ti voglio bene papà “
Il grande rimpianto
che tu non mi abbia visto crescere
e che io,
non ti abbia visto invecchiare.
Rigiro tra le mani
quella vecchia fotografia.
Tu, con il tuo sguardo fiero
che sembra mi scruti
dall’alto di quel muro.
È tutto ciò
che mi resta di te.
È tutto ciò
che mi resta di noi.
È il grande vuoto
che non colmerò mai.
Ti voglio bene papà.
Diritto di scelta
Del tuo,
voler negare la mia “essenza”,
fatico ad accettarne
le ragioni.
Anche se poi
il mio esser razionale,
traduce molto bene
quei “perché”.
Quel tuo,
trattarmi come fossi un’ombra;
percettibile
ma senza identità,
vede salir
silente e irrefrenabile,
cocente
l’amarezza dentro me.
In me,
che ho una visione della vita
che poco si confà alla realtà.
Quel mio
voler “passare” a chi mi incrocia
nient’altro che un po’ di
serenità.
Cos’altro posso fare
se non capire
e lasciare al tempo
l’onere del “poi”.
Di certo posso provare
ad accettare
che tu scelga per te
ciò che per te è il meglio.
Che scelga tu
il “come” avere dalla vita
nient’altro che un po’ di
serenità.
Sai com’è
Ci sono giorni in cui,
vorrei rinchiuder
la mia parte razionale
in fondo ad un cassetto.
Lasciare poi,
che il peggio di me
abbia la meglio.
Qualche bel “vaffa “
all’indirizzo giusto…
e a posto così.
In barba,
a tutti quei teoremi sul dovuto,
che poi così dovuto
proprio non è.
Quel fatto di dover
sempre qualcosa a chicchessia,
mentre sembra che a te,
non debba un accidente
mai nessuno.
Ci sono giorni in cui,
vorrei gettare
la mia parte razionale
in fondo al mare.
Qualche bel “vaffa”
all’indirizzo giusto…
e a posto così.
Perché se è vero infine,
che in questa vita
proprio si debba qualche cosa
a qualcheduno,
quel “qualcheduno”
prima di tutto,
siamo di sicuro noi.
Filosofie di vita
Sarà perché conosco
del tempo che viviamo
la fugacità,
che mi pervade a volte
il desiderio
di abbuffarmi senza ritegno
al ricco desco della vita.
Meglio un’indigestione
penso,
e foss’anche un mal di pancia
che non dover un dì
“lasciar la mensa”,
senza aver potuto ancor
assaporare il meglio.
Il rumore del vento
Penso siano
i pensieri della gente
che il vento raccoglie
salendo dalla valle,
a scuoter le alte fronde
in quel siffatto modo.
Un amore per te
Scegli un amore
a tinte forti
come un quadro
di Kandiskij,
che ti faccia
“vibrare dentro”
ad ogni abbraccio.
Scegli un amore,
che abbia il vigore
di un fragoroso
torrente di montagna,
che ti travolga ogni giorno
senza darti il tempo
di pensare mai.
Scegli un amore
che sia come un diamante,
che brilli di una luce
accecante
e che duri per l’eternità.
Scegli un amore
che sia come te.
Post it
Leggo le tue parole
sparse ovunque
senza che m’esca suono
dalla bocca.
Eppur
rimbombano nel vuoto
delle stanze,
siccome l’eco in una
stretta valle.
Pensieri d’inchiostro
vergati con il cuore
sian frammenti di vita,
non cocci di una storia.
In predicato
di sciamaniche veggenze,
cerco allo specchio
quel tuo riflesso che non c’è.
Equilibri precari
Un castello di carte
che sfida la sorte
non appena lo sfiori.
Un funambolo folle
che su un filo di seta
attraversa la vita.
Una trottola che
di quel suo vorticare,
ha ormai esaurito
la spinta.
Ogni storia d’amore
che la parola
“ TI AMO “
non sa più pronunciare.
Talenti
In punta di penna
lampi di colore
tratteggiano volti.
Sguardi ammiccanti
che raccontano storie,
di antichi vizi
ed innegabili virtù.
In punta di penna
tinte pastello,
colorano le emozioni
che guidano la mano;
annaffiano di vita i fiori
delle nature morte,
rivestono d’arcobaleno
i muri di quelle piccole città.
In punta di penna
il sinergico sussurro
di cuore
pensiero ed anima
regala “momenti”
di autentica beltà.
Profumo di casa
E respiro “profumo” di casa
come più non facevo da tempo.
I tuoi passi
che risuonano lievi
tra le stanze adornate di già.
Il presepe
irradia luce soffusa
nel locale in penombra.
La cucina
rimanda familiari rumori
che mi mancavan da tanto.
E respiro “profumo” di casa
come più non facevo da tempo.
La TV
diffonde nell’aria canzoni
che riscaldano il cuore.
Quei panni che odoran di fresco
che già stai stirando da un po’.
Ti avvicini
con la mano a sfiorarmi la fronte
per capir come stò.
Ed appena
apro gli occhi e ti vedo,
mi si apre sul volto un sorriso.
E respiro “profumo” di casa
come più non facevo da tempo.
Una storia come tante
Ritorna a farmi visita
alle volte
quel “vissuto tormentato”
mai caduto nell’oblio,
che di certo
non potrò cancellar più.
I nostri drammatici
silenzi viso a viso.
Quel mio tanto “parlare”
che però
non ti è arrivato mai.
La tua rabbia
contrapposta alle mie
troppe paure.
Quell’egoismo
a camuffare goffamente
la mia incapacità
dell’esser padre
in quei difficili frangenti.
Le tue ragioni urlate
a squarciagola.
Il tonfo sordo della porta
che sbatteva forte,
quel tuo andar via
senza voltarti indietro
per non tornare più.
Il vuoto della stanza
che colmavo piano piano
con tutti i miei “perché”,
in ognuno di quei giorni
ormai più gli stessi
che sembrava non volessero
passare mai.
E poi,
in un giorno come tanti
di nuovo la tua voce
e il tuo sorriso.
Quell’incontrarti,
come si attende che
da un lungo viaggio
sulle strade della vita
fa ritorno.
E così, semplicemente,
è stato come se quei giorni tristi
all’improvviso
non fossero esistiti mai.
E così, semplicemente
è stato come se tu
all’improvviso,
quel giorno non te ne fossi
veramente andato mai.
Un augurio sincero
Cosa dirti amico mio,
non ho parole
e nemmeno
ho più la voglia
di cercarle.
Posso solo prender atto
che la vita
ancora ignora
ove dimori la pietà,
con quel suo gravare
ancora il tuo “fardello”
quando già
un enorme peso
hai sulle spalle.
Spietata madre
che rinnegato ha
i propri figli
e più non si cura
delle loro traversie.
Non vedo un senso
in tutto questo
e nemmeno il modo
per potermene far
anche una ragione.
Ora spero tu riesca
a trovar presto
le risorse per riprender
la “partita”,
e giocare fino in fondo
le tue carte
in questa mai sopita
sfida con la vita.
Siccome il mare
Di quelle tue parole
rammento
ancora il dolce suono.
Di quella tua promessa
rivivo
ancora l’emozione.
Non muta la sua essenza
il mare
se infuria il temporale.
Appena placa il vento
riaffiora, all’istante,
la sua immutabile magia.
Attendo, silente,
che anche nel tuo cielo
si plachi d’incanto
quel vento di tempesta,
sicché io possa
di quelle tue parole
tornare a udirne
di nuovo il dolce suono.
Di quella tua promessa
sentir sulla pelle
affiorar poi l’emozione,
così travolgente
da togliere il respiro.
Il profumo della vita
Vedevo il mare
nei tuoi occhi
e chiaro percepivo
il ritmato sciabordio
delle onde,
e da esso
mi facevo cullare.
Vedevo il sole
nel tuo sorriso,
e chiaro percepivo
il tepore sulla pelle
mentre, con dolcezza,
mi accarezzavi la fronte.
E nel silenzio
di quei momenti senza tempo
chiaro percepivo
il profumo pregnante
della vita.
L’altra solitudine
È
in quell’istintivo bisogno
di alleviare le pene
della solitudine del corpo
dove spesso si annida,
spettro silente,
la desolazione dell’anima.
Come soldati
Ora adagiati
in ordinate cataste
giaccion silenti
di fianco la strada,
ove mano pietosa
li pose a dimora.
Giganti del bosco
quali caduti in battaglia,
che nulla han potuto
contro l’immane nemico.
Svettavano fieri
a due palmi dal cielo,
ora mordon la terra
senza nulla potere,
in attesa soltanto
di quell’ultimo viaggio.
Contrabbandieri di morte
Ladri di sogni
su vecchie carrette
contrabbandano vite
tra porti di dolore.
Come in tragici convogli
di recenti memorie,
intere famiglie
perse nell’oblio.
Ghermiti dai flutti
di mari in burrasca,
sottratti dalla morte
all’umana crudeltà.
Sogni sospesi
Il verde dei prati, l’azzurro del cielo
i rivoli d’acqua del nuovo disgelo.
Il sole è già alto sopra i monti oramai
e quella tua voglia di evadere, che non perdi mai.
La luce che filtra nel bosco di faggi
il sentiero che corre su, verso gli alpeggi.
Tu che “sali” sicuro sul tuo fido destriero,
è la vita che hai scelto, il tuo desiderio più vero.
Solo rumore di zoccoli e di quel tuo lieve respiro.
I tuoi occhi che brillano di un entusiasmo che ammiro.
Ma può capitare che un giorno qualcosa “non vada“,
che quel desiderio che avevi si perda per strada.
Perché la vita non sempre “accompagna“ i tuoi sogni,
succede che a volte sorgano altri bisogni.
Occorre allora di certo saper “arretrare”,
cercare dentro sé stessi le risorse per “arrivare”.
Trovare altre strade per raggiunger la meta,
cosicché della storia la fine sia lieta.
Perché i sogni “sospesi” non muoiono mai,
son chiusi dentro un cassetto, che un giorno tu riaprirai.
Volumi dove sono presente con poesie, filastrocche e brevi fiabe
In questa prima foto vi sono quattro libri dove sono presente con poesie.
In questa seconda foto sono presente con una poesia nel volume “Verrà mattino e avrà un tuo verso” e negli altri tre con filastrocche.
In questa terza e quarta foto sono presente con poesie e brevi fiabe ma sono volumi interni a un sito letterario non in vendita al pubblico.