Elena Bindi

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L’inizio è sicuramente avvenuto con l’odore di olio di lino che spandeva per casa mia zia Fernanda, poi, a passione scoccata, è arrivato lo stop da parte dell’autorità paterna. Con un realismo troppo protettivo e una regola troppo rigida ha fissato l’imprintig: “queste cose non ti fanno vivere e non servono a nessuno”.

L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità” (Ugo Foscolo).

Elena Bindi

  Nata a Siena nel 1972, ha sin da piccola mostrato interesse e predisposizione per il mondo dei colori, iniziando fin dalla tenera età a "imbrattare" prima fogli, e poi tele, e già in concorsi scolastici -in cui ha ottenuto anche dei premi- le scoprono un  certo talento, un po’selvaggio, un po’ visionario. Tuttavia  gli studi la portano poi ad occuparsi non dei segni visivi, ma delle parole e dei loro segreti, tanto da laurearsi con lode a 25 anni  in Lingue e Letterature Straniere con una tesi in Glottologia sull'evoluzione del fonema f- nella lingua spagnola. E riconosce che in questo suo percorso ha ricevuto grande influenza anche dal suo amato Pirandello, sia perché anch'egli si laureò proprio in glottologia descrivendo l'evoluzione fonetica del dialetto di Girgenti, sia perché le  peripezie dell’assurdo          e delle molteplici frantumazioni dell’Io,  rappresentate   dal   grande drammaturgo, hanno inciso molto sulla sua percezione dei diversi livelli di realtà. La comunicazione in tutte le sue forme che  l’attrae profondamente, con le sue mescolanze di lingue e caratteri diversi, e inizia così a viaggiare “nel mondo colorato”. Due borse di studio  le permettono un anno all'estero in Spagna e in Belgio, dove effettua ricerche linguistiche e al contempo insegna lingua e cultura italiana, comprensiva della nostra storia dell'arte. E qui riprende il suo filo interrotto con l’espressione artistica  visiva. Studia soprattutto i pittori europei del XIX° e XX° secolo: adora gli Impressionisti e gli Espressionisti e il loro modo geniale di scomporre e ricomporre la realtà e ama, in particolare, Van Gogh, grazie al quale riattiva la sua passione, sopita da anni ma mai spenta, per la pittura e il colore. Questa, infatti, dilaga  pienamente, quando visita una mostra monografica sull'artista olandese in cui la compenetrazione tra le immagini dei suoi quadri visionari e i frammenti delle lettere al fratello Théo l'hanno sciolta in lacrime. La grande commozione  provata è un fluido benefico che  le attraversa il cuore e la mente e da lì ha deciso di riprendere a dipingere per continuare a emozionarsi ed emozionare. Comincia il suo percorso artistico come autodidatta, ma il desiderio di perfezionarsi e confrontarsi l'hanno portata ad associarsi nel 2016 al Gruppo Dinamo (di cui è da quattro anni è anche tesoriere) che si configura -come dichiarato nel manifesto- come “un incontro di artisti appassionati e disubbidienti che insieme condividono la fragilità dell’arte e il cui obbiettivo è diventare un movimento che racconti l’arte, la vitalità e la vita di una società della quale vogliamo essere partecipi”. Allo stesso tempo capisce di  aver necessità  di una formazione più meditata e più tecnicamente  sorvegliata: da qui  l’incontro col maestro  Maurizio Fulvio Tronconi, col quale il sodalizio  fecondo  continua e cresce tuttora. Le sue opere sono state esposte in diverse mostre collettive e personali, soprattutto in Toscana, sua terra d'origine, e alcune sono già presenti in cataloghi specializzati e in collezioni private. Per lei l'Arte è emozione e, pertanto, ciò che dipinge è estremamente connesso alla sua personalità: il suo modo di filtrare l'ambiente esterno è largamente proiettato in ciò che dipinge e spesso è il suo stato d'animo a determinare la scelta dei colori  e la gestualità con cui usa pennelli e spatole. La sua è una perenne fase di ricerca artistica nella quale ha maturato la consapevolezza che il suo modo di esprimersi artisticamente è in larga parte connesso alla sua emotività, la quale influenza la direzione che prenderà il lavoro. Il dipingere per lei è guardarsi dentro, scendere nel fondo anche rimosso  del suo inconscio e farlo riaffiorare con una reviviscenza sempre  diversa, poiché si  è trovato e portato a galla un frammento nuovo, da colorare di nuove tonalità. Attraverso il colore cerca di raccontare quello che è, per lei, difficilmente esprimibile con le parole, provando a creare un suo “universo” parallelo, popolato dalle sue emozioni e pensieri. Per lei non è possibile creare un dipinto senza scendere in sé stessa e connettersi con il proprio baricentro emotivo: il quadro finale rappresenta, in questo senso, la porta d'ingresso per l'anima. L'inizio di una nuova tela, infatti, è come  un tuffo introspettivo di cui non fa quasi mai schizzi preliminari, ma, anzi, si affida direttamente alla percezione e all'urgenza del momento che trasformeranno quel grande bianco in visioni nelle quali l'idea esiste senza pensiero cosciente e dove la gestualità con cui viene applicato il colore ricopre un ruolo di rilievo. Da qui discende una certa  eterogeneità della sua produzione artistica e una profonda differenza di stile tra un quadro e l'altro: non è per mancanza di  coerenza pittorica, ma per la necessità di dar voce alle diverse parti dell’Io che   riaffiorano di volta in volta nelle sue immersioni profonde dentro di sé. Allora ecco che ora realizza opere con una stesura del colore leggera e  sfumata, ora con spatolate cariche di materia graffiata e  magmatica. Tuttavia, per far questo sa che sono comunque necessari studio e dedizione e che ciò che nasce in maniera apparentemente spontanea è il risultato di anni di ricerca. Anche la scelta dei materiali è variegata e ricade prevalentemente sull'olio e sull'acrilico, talvolta arricchiti dall'inserimento di foglie d'oro o d'argento, carta, stucco o gesso. Le opere nascono prevalentemente dalla semplice osservazione della natura dalla quale l'artista raccoglie le immagini di partenza che poi dissolve e dematerializza, lasciando solo il ricordo di ciò che erano e trasformandole, appunto, in “paesaggi interiori” in cui il colore, le forme e i particolari acquisiscono una vita autonoma. Non si tratta di una scelta riflessiva, ma di un istinto artistico supportato dall'acquisizione di un buon livello tecnico. I paesaggi, urbani o naturali che siano, perdono così la loro concretezza e attinenza con la realtà, trasfigurandosi in atmosfere oniriche che contengono solo l'essenza di ciò che erano: tutto prende inizio da una suggestione originata da una visione reale rielaborata senza che nessun processo logico o sovrastruttura mentale si sovrapponga e il legame che si stabilisce tra l'opera, l'artista e il fruitore ha, quindi, radici che affondano nei sensi e nell'animo. L'astrazione della realtà è ben strutturata e bilanciata nelle vibrazioni delle cromie e delle forme, frutto dell'abile intervento della memoria e del sentimento. Siamo, quindi, nel campo dell’assoluto prelogico e di una dimensione visionaria, che cerca comunque sempre di scandire  nel costante  try and wrong -umile  e  travagliato- una sua sintassi interiore, sempre in divenire. Non ci sono certo messaggi sapienziali da dare, ma solo la ricerca continua del proprio Io, nei suoi stati d’animo cangianti e questi viaggi dell’anima cerca di offrirli nei suoi dipinti, stupita lei stessa delle agnizioni emerse da uno scavo costante: “la meraviglia e la conoscenza”, appunto. MOSTRE, PUBBLICAZIONI E RICONOSCIMENTI
  • Mostra d'arte collettiva “Gruppo Dinamo”, Villa Pecori Giraldi (sede del museo Liberty), Borgo San Lorenzo (FI), febbraio 2016.
  • Mostra d'arte personale, sede centrale del Banco di Lucca e del Tirreno, Firenze, maggio 2016/2017.
  • Mostra d'arte collettiva “I 7 elementi”, Badia a Moscheta (FI), Agosto 2016.
  • Mostra d'arte collettiva “Dipendenze”, Villa Pecori Giraldi, Borgo San Lorenzo (FI), settembre 2016.
  • Mostra d'arte personale “Under the Tuscan Stars”, Castello di Casole d'Elsa (SI), giugno 2017.
  • Mostra d'arte collettiva, Abbazia di Vallombrosa, Reggello (FI), agosto 2017.
  • Mostra d'arte collettiva “Insieme”, Villa Pecori Giraldi, Borgo San Lorenzo (FI), ottobre 2017.
  • Mostra d'arte collettiva “Revolution”, Villa Pecori Giraldi, Borgo San Lorenzo (FI), dicembre 2017.
  • Mostra d'arte biennale “In-liberty e la libertà del distacco”, Villa Pecori Giraldi, Borgo San Lorenzo (FI), maggio/giugno 2018.
  • Mostra d'arte collettiva "2019 d.C.", Villa Pecori Giraldi, Borgo San Lorenzo (FI), dicembre 2019.
  • Mostra d'arte collettiva "Naturale. Possibili pareti", galleria virtuale del Caffé Michelangiolo, dal 16 aprile al 7 maggio 2020.
  • Primo premio al concorso "World Earth Day - Artistic contest of the Arnolfe lands", 22 aprile 2020.
  • Mostra d'arte personale “Paesaggi Interiori”, Palazzo del Pegaso, Firenze, dal 26 giugno all'11 luglio 2020.
  • Installazione pittorica ne "Il mio amico cane", opera teatrale di Marco Paoli, teatro Microscena, Borgo San Lorenzo (FI), marzo 2019
  • Pubblicazione in "Percorsi d'Arte, l'evoluzione artistica e le nuove tendenze", Asba edizioni, maggio 2019.
  • Pubblicazione in "Percorsi d'Arte, l'evoluzione dell'arte e del suo significato attraverso i secoli", Asba edizioni, ottobre 2019.
  • Copertina del romanzo "L'insolita eredità di Vittorio Belfiore" di Massimo Ferretti, L'inedito editore, marzo 2020.
  • Copertina della raccolta di poesie "Ombre riflesse" di Giuseppe Chiera, L'inedito editore (in stampa).
  • Copertina della raccolta di poesie "Il peso delle rondini" di Alberto Baroni, l'Inedito editore (in stampa).