Loris De Simone
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Commento al libro, di Fabio Martini
Una collana di veloce e di spigliata forma, che lega la voglia di scrivere e di farsi sentire con ampia gamma di volontà e tematiche. Sappiamo tutto del Pamphilus seu de amore ed è inutile che ci si dilunghi, ma nella sua massima espressione parliamo di un opuscolo, come vuole la tradizione, di pochissime pagine, quarantotto per la precisione, sottoforma di quadernetto, tipo quelli dell’infanzia di alcuni di noi, dalla copertina in tinta unita.
A volte poeticamente dissolutivo o pseudo religioso o qualsivoglia polemico, controcorrente, a volte persino matto, dove l’autore ritrova sotto la sua unica responsabilità, tematiche a lui care, entro le quali, non troverebbe editore alcuno se non una esperienza come la nostra, rivolta al multi-pensiero piuttosto che al pensiero unico vigente e dove l’autore sostiene, in esso, un argomento di attualità, in modo dichiaratamente di parte e con intento polemico o satirico con lo scopo di risvegliare la coscienza popolare su un tema scelto.
L’enunciazione è sempre in prima persona e assume toni critici e irriverenti a volte, utilizzati per diffondere come in uno sfogo estemporaneo, una reazione viscerale di fronte a una situazione che parrebbe non più sostenibile.
Un altro tratto tipico è l’equiparazione della presa di parola a un atto di coraggio: l’autore è, nella generale acquiescenza e omologazione delle idee, l’unico individuo in grado di cogliere gli eventi nella piena luce della verità.
Chi scrive risponde a un imperativo ineludibile che proviene dal proprio io interiore e non nutre la speranza, considerata illusoria, di poter modificare il corso della realtà. Il tono è convenzionalmente vibrante; largo spazio è lasciato a locuzioni ingiuriose e all’invettiva – laddove secondo l’autore necessita – e il pathos è onnipresente e il suo veicolo principale sono le figure retoriche, tra cui soprattutto metafore, ossimori e antitesi.
Poiché colui che scrive presenta le proprie convinzioni come frutto dell’evidenza del suo sguardo sulla realtà, l’argomentazione è in genere scarna, la ricerca delle prove appare superflua e le posizioni avversarie o l’ingenuità dei lettori sono spesso oggetto di ironia e sarcasmo.
Riguardo noi come vedete ci siamo appropriati di tutto il classico luogo comune, come se noi stessi attraverso la collana, fossimo il pamphlet dei nostri pamphlet. Buona lettura.