Marzia Badaloni
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Lungo gli itinerari che la coscienza sceglie secondo i propri ritmi interni, percorro quel tratto di strada che mi divide dal punto,che casualmente mi troverò ad occupare.
Nata a Roma il 5 Marzo 1952 Frequenta l’Istituto Professionale di Grafica nei vecchi studi di Dino De Laurentis, successivamente Tecnico dei sevizi sociali e studi triennali di grafologia e rieducazione alla disgrafia. Lavora nel campo della rieducazione dei portatori d’handicap. Partecipa a concorsi ; allo zecchino d’oro festa della mamma all’età di otto anni, nel 1993 vince il Premio internazionale Orsa maggiore e minore. Premio 2008 terzo posto Valle Aniene e partecipazione a vari concorsi. Aderisce ad una delle prime associazioni ecologiche “Kronos 1991” nel tentativo di restituire le Ville Romane all’opinione pubblica. Scrive testi teatrali, un testo teatrale“Sam” viene messo in scena utilizzando le musiche di K.Schulz. Continua a scrivere testi teatrali,e poesia. Direttore rivista didattica “mano nella mano” “Pagine” Viene realizzato un video dal poeta Pantoni, e Raf. un video ,che racchiude le perfomance nelle estate romane dal 2004/07 all’isola Tiberina con noti poeti. Ha pubblicato Schegge,”nel 2000 Il lunario di poesie,dal2004 al2015. raccolta di autori Giano. Tempi moderni. Delirio Estivo. Verrà il mattino ed avrà un tuo verso. Aletti editore. Premio J. Prevert 2006 pubblicazione “SempreVerdi”. Inoltre Ricordanze edizioni MEF . Scritture Femminili II Aletti Editore. Dal 2005 al 2015 le Pagine editore . Aletti >una storia tre vite<.Romanzo . Edizione Giano “Il Dono delle Muse. Pagine editore Sandali alati e Ritratto d’autore..e Feltrinelli “ metaforiche inquietudini “ l’approdo ritrovato“ Il Principio 2015. Rappresentazione teatrale poetica “il principio “ L’autunno” l’inverno” la primavera “ 2015/2016.Teatro Ivelise a Roma. Rappresentazione teatrale EROS PHILIA AGAPE teatro Petrolini 8 maggio e 20 0ttobbre2017 Rappresentazione teatrale “Il Fulgore dell’estate “ teatro Petrolini 26/27 maggio 2018. Il tenero Odisseo 2019 Pubblicazione edizione escamotage “ un sentimento improvviso o settima soglia “ 2018 pubblicazione edizione Aletti “ quel sogno nel casseto; L’eternità 2019
Essere in crisi
Dovevi vedermi il giorno dopo con gli occhi cerchiati e una coperta sulle spalle passeggiare lungo il corridoio a piedi nudi nella ricerca di un posto fresco dove ricattucciarmi.
So che un giorno la parola crisi rivendicherà la sua differenza per non essere confusa con le altre fuori delle mura della ragione.
Non ci sarà un’altra crisi come questa poiché ognuna ha una ragione d’essere diversa.
Tu -Tu – io vado fidando delle stelle …di notte e il timone ei i venti di giorno.
Quando il vento cade e la bonaccia rende vano ogni sforzo …allora metto
da parte le forze ed ozio per la tempesta che arriverà.
Ascolto, con il mio corpo, tutto ciò che mi accade intorno, i miei sensi sono attivi, il timone è del mio sentire e quando i venti spingono la barca e le vele si gonfiano allora la prua s’immerge e fila verso il mare aperto.
Seduta in quest’angolo in ombra per ritrovare il senso di questa crisi mi chiedo l’origine di questo mondo al di là della ragione…far poesia è un dono uno stato grazia dove le semplici parole …si impreziosiscono di significati metaforici ..simbolici e …e svelano il mistero che la realtà ci nasconde nell’apparente quotidianità.
È il quotidiano che viene intuito percepire quel latente che fa accelerare
Il cuore, rattrappire lo stomaco …e stringere con un nodo alla gola.
Far poesia
Nasce dalla necessità di descrivere, quello che gli occhi vedono per poi sintetizzarlo, rappresentandolo con immagini,usando la parola come se fosse, tratto, colore .
Non so , dove nasce la poesia,non so, il meccanismo per cui dal silenzio l’immagine,la sensazione diviene espressione di quel “proprio” vedere.
Io appartengo a Lei,e Lei, la poesia, appartiene a me .
Come due innamorati, due amanti, i quali l’uno senza l’altro non hanno ragione d’essere.
Un atto d’amore
Un sentimento e come ogni sentimento il tormento, il timore di perdere, l’oggetto amato e le sue attenzioni .
L’attesa, l’incontro,il dialogo amoroso, il dolore della separazione.
Torno, dopo un periodo di assenza, perché, io nutro Lei, dei miei cambiamenti ,e Lei vive in me per in miei cambiamenti.
Mettermi in discussione fa parte del gioco, o è, questo modo di vedere, di pensare,a dettare le regole del gioco.
Naviganti dell’essere, che percorrono con fragili vascelli l’immenso fluire delle visioni, che sorgono prima del pensiero in quel silenzio che silenzio non è.
Solitudine
Solitudine ,basta la parola per intenderci, comunque, separati dagli altri, comunque, non soli. Colmi di un silenzio, che riempie, pieni di… POESIA. O di quell’insieme di suoni, immagini, emozioni, che tramite quel “qualcosa “di diverso, l’umano divenire, viene letto, con gli occhi della mente.
Resta un dubbio…
Da dove viene la poesia? Dove avviene l’alchimia della trasformazione?
Prima l’immagine e poi il segno, e fluisce il pensiero alla mano che scrive,come se fosse sciolta, agile, guizzante, posseduta. Nell’impossibilità di fermare l’atto, fino a quando la mano arriva ad essere esausta come un amante.
Parte del tutto, mezzo, tramite del segno, della parola, del tormento.
Tormento del fermentare – il dolore né è parte- sanguigni ricordi, sorgono come eruzioni, passando per vie oscure, lasciano tratti segni, sul foglio.
Lei , la poesia, il canto sonoro, del silenzio, fatto di immagini, di odori , di corporei rimbombi, ritorna a me, diversa, ma uguale, fresca e antica, libera amante, che promette“per sempre” ma scivola via, alle prime luci della coscienza.
Torna tra me e me, in questo silenzio avvolgente, che sembra Pre-suono—pre-luce, precede un vedere più limpido.
Nell’universo dell’anima
Nell’oceano dell’assoluto
i pensieri sono vele del vascello
che solca il mio infinto.
olivi secchi aprono le braccia contorte
implorando di essere abbattuti.
Questa solitudine è mia
e mi appartiene.
Sei la mia compagna
nel pellegrinare per le strade del mondo
il lungo cammino sul filo del tempo
e stato percorso
tra tramonti infuocati
e oceani in burrasca
non c’è ragione di fuggire e nascondersi
esploratore novello tra risa e pianto:
Aprirsi al gesto di un abbraccio.
Abbandono il sogno
che si sfalda
come la nebbia al sole.
L’unica terra che conosco
è il tuo corpo che si avviluppa al mio.
Sanguinosi ricordi si infrangono
come le onde altissime.
Sono i sogni segreti
Che vengono riposti ad occhi indiscreti
Perché tutte le parole sono rimaste
chiuse nello stomaco?
Perché macero dentro di me?
Perché mi arrovella?
Perché mi contorco..
mordo….
annego…..
nell’universo dell’anima.
Una innocente ricerca
Quali sublimi parole
vorremmo
pensare per poterle
declamare
a quelli che amiamo.!
Quali gesti vorremmo
poter offrire
senza pretendere
nulla in cambio.!
Quali scelte vorremmo
non aver fatto
tanto da ferire
coloro che avremmo
potuto amare.!
Ma l’idea che abbiamo sbagliato
per noi e verso gli altri
prova a noi stessi la nostra
imperfetta umanità.
Restituendoci la forza d’amare
con rinnovata onestà.
Il mio infinito
Posso scrivere
tutto
udire la notte,
contando le stelle
del cielo infinito.
Lentamente……… ricomporre
nella memoria
ogni giorno
ogni notte
trascorsa.
La mia vita.
Apro gli occhi
Affacciandomi nel nero assoluto
della volta di questa notte stellata.
Vagando da un’ aglomerazione e l’altra
mi perdo,
mi confondo per ritrovarmi…………
tra il Piccolo carro e il Gran carro
costellazione di riferimento,
in questa sconcertante
commozione.
Vibrato
Io che ora sono me,
mi dormo,
mi sveglio.
Cammino
lungo i corridoi
degli antichi recessi,
nelle stanze del labirinto,
percorrendo
quel tratto
che va dal letto
alla fonte d’acqua
in the kitchen
a piedi nudi.
I giorni della merla
Vermiglia è la luce
che squarcia
il cielo terso
di questo gelido mattino.
Indimenticabili
giorni della merla,
che questo mare
ritrovato dentro
porta in sé.
Ricordi accattorciati
si snodano
seguendo il filo sospeso
tra un palazzo cinquecentesco e l’altro.
Come il dedalo di vicoli
che m’inghiotte,
mentre il vento
taglia gli angoli,
che supero
uno dopo l’altro.
Come dal fondo dell’abisso
questa esplosione
di lava vermiglia,
mi restituisce
snebbiata al presente.
Sanguinosi ricordi
s’infrangono
come le onde altissime
di quell’inverno,
sul senso ritrovato
di questa crisi.
Pacati, rattrappiti
nei loro cappotti,
i passanti ignari
mi sfiorano,
mentre onde infuriate
si stemperano
in questo rosaceo
tramonto romano.
Una scia luminosa
Siamo solo un soffio
un momento,
sempre vicini a morire.
Nell’oceano infinito
dell’eternità.
La linea A———————0————-B
Il punto Zero ha una sua zona
sulla linea del tempo
definisce il confine
tra due epoche.
Il nichilismo
s’aggira
per caso
come causa e guarigione
di un cancro endemico.
Non voglio,
solo ricordi,
ma dignitose
ferite,
sulla mia pelle.
Che siano,
dolorose
testimonianze
di minime
tormentate riflessioni.
Tu eri lì
Piansi…….
Il viaggio
è stato lungo
tanto da concedermi
il tempo di piangere.
Piansi
così tanto
che le mie vesti
si sono rovinate
dal freddo che le attraversa.
Ho viaggiato a piedi nudi.
Il cielo è chiaro
ma il mio cuore soffre.
Assoluzione
Volti sospesi
tra due punti ipotetici.
Carnalità
di sudori ascellari
che si mescolano
nella ressa
metropolitana.
Assolvendoci
dalla sacralità
dell’indifferenza.
Sudore acre
della nostra pelle
che diviene
odore fisico
nell’aria stagnante
dell’agglomerato urbano.
Restituendoci
la nostra sensuale
umanità.
Giuramento
Debbo smetterla
di farmi del male
avviluppandomi
nella spirale perversa
per il dolore
per ciò che gli occhi vedono
e il cuore sente.
Come se fosse
l’opera del mio non agire
il male che corrompe
il mondo.
Ma…………………
affonderò le mani
nel sangue
nelle carni
fino a quando
l’urlo squarcerà
il silenzio
Ka
Sarà importante
cercare una chiave d’accesso
alla consapevolezza di Se.
Quando scegliamo
di camminare
sul filo del rasoio
delle emozioni.
In quel non spazio
dove le immagini
dei ricordi
si rimpastano
con il presente
e si trasformano
nel divenire dell’essere.
Soltanto parole
A fianco a fianco
anche questa volta
passo dopo passo
verso dopo verso
siamo arrivati
al cuore
della metafora
della similitudine.
Con semplici
parole,
che usiamo
tutti i giorni.
Abbiamo…
ho liberato
le parole
le frasi
dai vincoli rigidi delle regole,
della grammatica
della sintassi
per farle essere
il cuore e il sangue
dei nostri pensieri
più segreti.
Poesis
Cos’è l’inquietudine
mista all’ansia
che fa capolino
tra un pensiero e l’altro
simile a quei
spifferi dispettosi
che non danno tregua
nelle giovani giornate primaverili.
Ricordandoci
che l’estate
meta agognata
è lontana.
Com’è lontano
la quiete
che abbiamo lasciato
sfuggirci di mano
senza sapere come.
Inconsapevoli,
che avremmo schiuso la porta
ai ma,
ai se,
o forse
è quell’ansia
che non ho un’origine
una motivazione precisa
la nostra fragile umanità
e l’appartenenza
alla caducità della Materia