Pina Ganci

Pina Ganci è nata in un piccolo paesino della Sicilia, Aidone, ricco di storia e cultura, dove ha vissuto per parecchi anni prima di trasferirsi in Lombardia: prima a Cassano D'Adda, poi a Cernusco Sul Naviglio, infine a Milano, dove vive e insegna nell'ambito della scuola primaria. Si è dilettata fin da giovane nella scrittura di narrativa romantica e di poesie, e ultimamente ha anche intrapreso il genere di racconti per bambini. Primo tra i suoi romanzi: “Un amore oltre la vita”, a cui hanno fatto seguito: “Le avventure di Violorco”, “Il gattino e il flauto”, il libro di poesie “Arcobaleno” e ancora il romanzo "Tra i ricordi del cuore", tutti pubblicati dall'Inedito Letterario.

Prefazione dell’autrice, a “Violorco”

Ho deciso di scrivere questo libro per bambini, per due motivi: il primo è che adoro i bambini, tutti, ma soprattutto i miei alunni; il secondo è che un mio caro amico professore di filosofia, scrittore di poesie e aforismi, conoscendo il mio amore per la scrittura e per i bambini, mi ha incoraggiato in tutti i modi a scrivere e a disegnare, proponendomi di scrivere, poi, un racconto per bambini. Questa idea mi è frullata in testa per parecchi anni prima che mi decidessi a dargli ascolto e ad avventurarmi in questo nuovo evento della mia vita. Tutto è iniziato durante una lezione in aula, una classe terza primaria in una scuola di Milano, in via Palermo, in cui avevo lasciato come compito a casa di dover scrivere un racconto fantastico in cui vi fossero come personaggi: una principessa, un cavaliere e un orco che vivevano in un castello, e dissi ai bambini che avrei svolto anche io quel compito per poi leggerlo insieme a loro. Nacque così il personaggio di Violorco, un orco che nella prima storia, quella per la classe, veniva ucciso dal cavaliere coraggioso per liberare la principessa. Poi, riflettendo, mi convinsi che Violorco poteva anche essere un orco buono, uno che ha un cuore d’oro, ma che, a causa del suo aspetto orribile e del suo colore viola, viene scambiato per un personaggio da evitare e, per l’appunto, combattere. E adesso, sperando che questa storia fantastica possa raggiungere il cuore dei bambini, inizio a raccontare le avventure di Violorco.

“La Bandella” di Fabio Martini, per il romanzo: “Un amore oltre la vita”

Questo romanzo apre, con la sua pubblicazione, la via ad una nuova collana dedicata al romance, genere letterario che andando comunemente, sotto la definizione di romanzo rosa, sa in realtà, raccogliere la visione romantica di vicende sentimentali spesso molto complesse e ben delineate, sia in senso psicologico ed emotivo che in quello storico contestuale. Vicende umane raccontate come in una fiaba, entro la quale, ben lontano dalla mediocrità del loro svolgersi, sanno restituire in profondità ed immedesimazione,  liete risoluzioni. “Un amore oltre la vita”, di tali considerazioni, ne è felice esempio, capace fino in fondo, di sfatare il giudizio restrittivo e a torto denigrante, comunemente attribuito a tale genere. Il percorso di crescita personale, a cui il protagonista va incontro, nel doversi rapportare con quell’idea d’amore tanto sublime quanto subdola di inganno, rende all’esperienza umana, in cui ad ognuno è dato riconoscersi, straordinaria, non che prodigiosa risonanza. Lo spazio e l’attenzione dedicata dall’autrice ad ogni personaggio, ad ogni sentimento, emergente o forzatamente represso, lavorano sull’animo fino a condurre in dimensioni altre, oltre  l’apparente esistere, oltre la vita stessa, l’occhio del lettore, sempre accompagnato e sostenuto dalla visione romantica dell’umano procedere, di quel percorso e umanamente può comprenderne l’incantevole mistero. L’editrice a sua volta, ha fatto quindi una scelta di forma, importante, inserendo questa nuova collana per rispondere alla crescente richiesta da parte dei lettori con i quali l’editrice, emanazione editoriale de L’associazione culturale l’inedito, è costantemente in contatto. Una collana dedicata al genere sentimentale, sia quello drammatico  passionale capace di sfociare nella sensualità dell’erotismo, sia quello più prettamente amoroso  malinconico e delicato. Contrassegnati entrambi per definizione, nel primo caso, con un’incorniciatura rossa e nel secondo, con una verde. Buona lettura.

“La Bandella” di Fabio Martini, per il romanzo: “Tra i ricordi del cuore”

Un tratto che contraddistingue il rosa dagli altri generi è il confronto tra uomo e donna, ossia i due protagonisti si scontrano sul piano psicologico. Il conflitto sfocia in passione ed amore indimenticabile. Il punto focale della narrazione è la storia d’amore tra i due personaggi ed i conflitti sembrano dissolversi di fronte alla forza sovrastante dell’amore, che non si dimentica di assicurare il lieto fine ed un sospiro di sollievo misto ad un sorriso ai lettori. Dal punto di vista stilistico, il genere rosa è caratterizzato per una tendenza all’iperbole espressiva con una descrizione approfondita delle emozioni dei personaggi e delle loro sensazioni fisiche, con particolare attenzione sulla donna. La componente erotica non è da sottovalutare, poiché spesso è presente ed è anche forte, anche se perlopiù declinata in base agli stereotipi già descritti. I romanzi rosa presentano una struttura con molte analogie alla fiaba, infatti i ruoli dei personaggi seguono uno schema alquanto preciso, simile a quello prospettato da Propp. Lei è l’eroina protagonista, una fanciulla di solito bella e giovane che deve affrontare un problema, una difficoltà, un imprevisto ovvero un dramma. Lui è l’eroe, il protagonista maschile, fondamentale poiché ha la funzione di completare il quadro romantico, ed ha il ruolo di cavaliere ovvero salvatore nella maggior parte dei casi. L’antagonista può essere declinato in diversi modi, in base all’ostacolo che l’eroina deve affrontare; spesso è declinato al femminile nei panni di matrigne, belle ragazze che attentano alla virtù di lui mentre nei romanzi storici capita sovente che il nemico siano figure maschili pronti a rapire e maltrattare lei. Infine abbiamo l’aiutante che è un amico ovvero amica dei protagonisti e su questo punto ci si può sbizzarrire, utilizzando personaggi secondari che si intrecciano sullo sfondo di intrighi politici, guerre e via dicendo. I punti di vista sono gestiti nel romance molto liberamente. Di solito si narra in prima persona dal punto di vista di lei o di lui o alternati, per fare sì che il lettore si senta coinvolto completamente. In alcune opere il carattere psicologico dei protagonisti è molto approfondito e anche le vicende non mancano di profondità, pathos e di cura particolare per i dettagli. Nel finale può esservi un significato morale, che alcune volte sfiora temi di natura filosofica ovvero storica. Detto questo, buona lettura.

“La Bandella” di Fabio Martini, per la silloge poetica: “Arcobaleno”

La fatica del poeta è trincerata dietro a quello che in realtà ha da dire: sta lì nascosta, dietro rime che borbottato d’amore e di odio, di quiete e veemenza e Dio sa cos’altro. La fatica del poeta è la pagina, lo spazio bianco attorno alle parole che ha appena scritto. Qualcuno nelle retrovie potrebbe obiettare: “Ma che piange il poeta, se il solo sforzo di cui andar fiero è scorrere la penna tenendosi il capo con una mano? Ha mai sollevato una tegola il poeta? Che la poesia è sentita come uno sfizio per scioperati e nessuno sa che farsene e dove andarla a cercare. Chi invece, trova questa obiezione pertinente alle necessità del mondo d’oggi, aderente alle richieste di produttività, di fretta e affermazione, di chi si assume il compito di rilanciare la sfida, di barrire di nuovo ogni qualvolta un poeta o un decimo di poeta compare all’orizzonte, semplicemente non ha mai tenuto una penna in mano e non sa quant’è facile sfiancarsi mentre si tenta di portare l’anima in superficie e dalla superficie al foglio e non prova neanche a pensare che è meno dura, alla fine, sollevare una tegola che sollevare il mondo, che è quello che poi ogni poeta, in cuor suo, si augura, prima di coricarsi. Perciò il poeta non potrà mai essere visto con nessun grembiule addosso se non quello dell’artigiano. La pazienza è quella. Il mestiere chiuso in un palmo di mano è lo stesso, la fiacca di certi sabati mattina e la povertà della ricompensa alla bilancia, mentre sull’altro piatto sta lo sforzo. I più fortunati scrivono d’istinto, accendono una bionda, guardano la prima nuvola che grava sul cielo e danno alle stampe cimeli degni di fare scuola. Sono una razza con evidenti difficoltà di riproduzione, se ne trovano sempre meno e sempre più di rado, soprattutto negli scaffali degli ultimi arrivi di un qualsiasi libraio. Nascono soltanto quando il panorama è saturo di corbellerie, diciamo uno ogni venticinque o trent’anni, imparano l’arte e la spremono finché campano e virtù del talento puro, senza il benché minimo sforzo; e questa era una ridda di pensieri uno di fila all’altro… buona lettura a tutti.