Chiara Domeniconi
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ELEGANTE E’ L’ANIMO DI CHI, PUR CONOSCENDO IL DOLORE, NON RIESCE A FARE DEL MALE.
“SILENZIO”
Per me parla il silenzio,
silenzio che nessuno ha mai saputo trattenere.
Silenzio di mille parole, di mille sere,
di mille chimere, sogni e bufere.
Silenzio che ha scritto il mio romanzo bianco,
bianco come la neve, che cade lieve,
senza fare rumore, senza parole,
ma che dà musica al cuore.
“NON SO”
Non so,
non so se ridere o piangere,
non so nulla della vita,
ancor meno della morte.
Vita, morte, entrambe ho in sorte,
per entrambe essere forte,
dita contorte, tra i capelli,
quasi a strappare i pensieri.
Non voglio ieri, non voglio domani,
voglio solo oggi, ne voglio piene le mani!!
Solo presente, dove non cambia niente,
almeno, apparentemente.
“SVANIRE”
Ho visto svanire persone,
ho visto svanire amici,
ho visto svanire i miei anni,
sotto il peso dei miei danni,
svanire nel dolore.
Ho aspettato fortuna,
ho aspettato un salvatore,
ho aspettato che il destino mi portasse amore.
Ho sognato ad occhi aperti immensi prati in fiore,
dove sdraiarmi tra margherite,
con un m’ama non m’ama che portasse emozione.
Ho sognato di svegliarmi,
ed era ciò che dovevo fare,
ho fatto svanire il dolore,
incominciandomi ad amare.
“INFINITO”
Io, vagabonda nei pensieri,
viaggiatrice di sentimenti,
anima errante,
cuore battente per tutto, per niente.
Io, guerriera di mente,
in pace col mare,
amica del male.
Io, di passi mai stanca,
di cambiar non manca,
in corpo e colori,
amori e dolori,
felicità e passioni.
Io, che ho capito,
che il mio fine, non ultimo,
è l’infinito.
“COMPAGNA SOLITUDINE”
Ero a un caffè,
la mia solitudine era seduta lì con me,
così vera che respirava,
che in carne ed ossa sembrava.
Mi pareva di essere con un’altra persona,
al punto che quasi non mi sentivo più sola.
Mi ha fatto quasi pena,
le ho offerto una sigaretta.
Insieme abbiam fumato e il tempo ci è volato.
Dopo avermi ringraziato se ne è andata via, dicendo che ero la prima che le aveva fatto compagnia.
Ciao solitudine, amica mia!
“ESTATI DIMENTICATE”
Estati dimenticate,
lasciate ad aspettare in riva al mare.
Estati non vissute,
recuperate da un pescatore tra le sue reti issate.
Estati come inverni,
giorni eterni, piccoli inferni.
Estati di mente confusa,
pensieri alla rinfusa,
anima rinchiusa.
Estati proiettate su un orizzonte stretto,
un freddo maledetto, nonostante il sole,
ma era dentro, nel cuore.
Estate che vorrei vivere ora,
ma la lascio andare, in riva al mare,
che la porti via un’onda,
l’ascolterò in una conchiglia,
alla vigilia della nuova estate,
con le emozioni preparate,
a non esser dimenticate.
“EBBRA DI POESIA”
Ebbra di poesia
non la sento più mia.
Sintomo di un naufragio
che mette a rischio un plagio
con la mia stessa mano
che versi cerca invano.
Ho bisogno di un ristoro,
di una nicchia tutta mia,
dove ebbra di poesia
si dissolva l’agonia.