Clara Gangemi
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CLARA GANGEMI, Nata a Roma, il 23 luglio 1964, per chi crede nell’astrologia Leon e ascendente Scorpione, due figli. L’incontro con la poesia e la scrittura in genere, nasce da un’esigenza di fermare le emozioni dell’attimo e quelle del profondo. La sua prima partecipazione ad un’antologia risale al 2012 proprio con L’Inedito, in “Senza trucchi… né ritocchi”. Quindi con la casa editrice Pagine ha partecipato ad alcune antologia tra cui “Parnaso 22” “I Poeti contemporanei 57 e 149” e “Riflessi 6”. Sempre con Pagine due raccolte personali “Miraggi e sogni” e “Gli occhi di Shine”. Per lei le parole vestono i pensieri e lì trasformano in poesia.
CRONACA DI UN GIORNO QUALSIASI DI COVID-19
Mi chiamo Giuseppe Rossi, un nome comune, un nome come tanti, una vita come tanti altri, ma con un destino diverso, perché, come tanti altri sono un malato di Covid-19.
E già sono uno dei tanti che è in un letto di una terapia intensiva, in un ospedale, ma non saprei dirvi quale sia, dove sia
Non ho un cellulare per comunicare con i miei affetti, non posso ricevere visite.
Non posso ricevere una carezza, una parola, un sorriso da chi amo.
I giorni e le notti si susseguono con un’alternanza di cui ho perso il senso,
cadenzato dai passi degli infermieri, dei medici che cercano di lenire questa fame di aria.
Entrano vestiti come se fossimo delle persone infettate da… mi scordo sempre che io sono un uomo infetto che può morire e recare morte.
Cerco di scorgere i loro occhi per leggervi un sorriso.
Sono stanchi, sono stremati dai turni massacranti e dal forte impatto emotivo.
Sono come noi, hanno anche loro una moglie, un marito, un padre, una madre
Dei figli che li attendono dopo giornate faticose, per un riposo di qualche ora, negandosi come tutti, di un abbraccio, di una carezza.
Ai tempi del Covid non si può.
Qui si muore ogni minuto e per quanto tu possa cercare di negarti la realtà, qui la morte è di casa e pensi quando toccherà a te.
E pensi a chi è a casa e non può venire a trovarti e tu cerchi di impegnare la mente in ricordi felici, di non pensare alla morte e ti ripeti “tutto andrà bene”.
Ma non ho paura della morte, ma di morire qui solo senza il conforto di una parola, di una carezza sulla testa, come si fa con i bambini per tranquillizzarli.uiq
Come vorrei vedere un’ultima volta i volti di chi amo, lo so lo sento non arriverò alla fine di questa giornata e vorrei dirgli tante cose quanto li amo.
Ma il tempo è finito sento di non farcela, Sono stanco, tanto.
Ciao amori miei vi bacio vi amo, fine
È SEVERAMENTE PROIBITO
È SEVERAMENTE PROIBITO ABBRACCIARSI
È SEVERAMENTE PROIBITO BACIARSI
È SEVERAMENTE PROIBITO DARSI LA MANO
È SEVERAMENTE PROIBITO GUARDARSI NEGLI OCCHI A MENO DI 1METRO
Oggi che un abbraccio sarebbe necessario per non avere meno paura di questo nemico invisibile.
Oggi che stringere una mano sarebbe di conforto per sentirsi meno soli contro questo nemico invisibile.
Oggi che guardarsi negli occhi sarebbe importante per trovare il nostro piccolo mondo personale, il nemico silente, invisibile lo impedisce.
Forse il nemico invisibile ci vuol dire che nulla di ciò che abbiamo è per sempre, che non siamo immortali
Che non siamo degli dei, che non possiamo pensare che la morte non esista, che il dolore non esista, che la vecchiaia non esista.
Ogni stagione ha i suoi frutti e la sua bellezza e le sue intemperanze.
Questo nemico invisibile forse ci insegnerà che l’amore è fatto di piccoli gesti, che la vita è piena di amarezze, di difficoltà più o meno grandi, ma che l’amore può superare le difficoltà.
Forse questo nemico silente ci insegnerà di nuovo ad usare le parole parlando e guardandosi negli occhi
Questo periodo di forzata chiusura nelle nostre case, spero ci insegni ad apprezzare il cielo azzurro o il cielo di una giornata di pioggia, ci insegni a guardare in alto ed intorno a noi e non sempre con la testa china
C’è della beltà intorno a noi che non sappiamo più apprezzare guardare.
Siamo belli cosi con le nostre rughe con le nostre paure e le nostre incertezze.
Il nemico silente ci sta parlando e ci sta dicendo che la natura è più forte di noi, perché ci ha costretto a cambiare le nostre abitudini, ma soprattutto ci ha privato della nostra libertà di muoverci, di abbracciarsi, di toccarci.
FIL ROUGE
E torneranno ancora le fragole
E le notti odorose di gelsomini
E le notti con coltri stellate
E le mani intrecciate
Con gli occhi negli occhi
E speranze nuove
E vecchie paure
Rinnovate promesse d’amore
Ed io e te
Legati
Da un fil Rouge.
STELLE ARRUGGINITE
In questa notte di stelle arrugginite
di finestre sveglie
ad aspettare l’alba
di occhi chiusi in cerca di riposo
di menti sbarrate
di pensieri rarefatti
di vite gettate
come logore vesti
di preghiere biascicate
a tener lontana la morte
questa notte di stelle arrugginite
di nuovo s’allontana
portando via incubi ed angosce.
SCRIVO A TE
Scrivo a te, figlia tanto amata
Scrivo a te sei un fiore ancora chiuso
Scrivo rispetta ognuno, ma non fidarti di tutti
Chi ti porge la mano a stringere la tua, a volte,
stringe l’altra in un pugno.
Innamorati, ma non credere sempre
Che l’amore contenga amore veramente
A volte vuota parola, come vuoto è il cuore
Di chi le pronuncia.
Rendi libera la tua mente, fa che sia capace di librarsi in volo,
non renderla prigioniera di falsi idoli e falsi costumi.
Gira le pagine della vita senza fretta, assapora colori e suoni e profumi
Fanne tesoro per i giorni bui.
Non avere paura di restare sola.
Impara ad aspettare
C’è un tempo per la semina ed un tempo per raccogliere.