Maria Bonaria Corona

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Maria Bonaria Corona

Maria Bonaria Corona è una poetessa che si è avvicinata di recente, ma con grande passione e umiltà, al componimento di poesia orientale, in particolare allo Haiku, recependone con facilità la filosofia e dimostrando una capacità di osservazione e di sintesi notevolissime. I suoi Haiku sono pieni di emozioni semplici e naturali (wabi-sabi) non costruite, né ostentate, che dimostrano quanto il suo cammino di ricerca, al contempo poetica ed esistenziale (fūryū) abbia già raggiunto un considerevole grado di affinamento.

oro nel verde

oro nel verde –

in freschezza imminente

tacciono le cicale

Note:​ E’ ancora estate, eppure nel verde che ci circonda si intravede già un accenno d’autunno, mutano i colori, dal verde al giallo oro, o quasi rosso. E il canto delle cicale è un ricordo quasi lontano.

 

filo di luce

filo di luce –
come foglie dorate

occhi di gatto

 

Note:​ La luce del mattino, sempre più flebile con l’arrivo dell’autunno, filtra dalla finestra, e nello schiudere gli occhi ancora assonnati, si scopre un’altra luce: gli occhi di un gatto, simili, come forma e colore, alle foglie dorate.

 

onde dorate

onde dorate –
nel vento il granoturco
simula il mare

Note: A volte la natura compie piccoli miracoli, guardiamo un campo di grano, e il movimento delle
spighe mosse dal vento ci porta in riva al mare e le sue onde, siamo così con la mente
contemporaneamente in due luoghi diversi. Un piccolo miracolo di la bilocazione

 

nel melograno

nel melograno
rosso rubino i chicchi –
aprono un sorriso

Note:​ Anche una semplice corsetta diventa un pretesto per guardarsi intorno, e possiamo fermarci un attimo ad accarezzare un gatto, o ad ammirare un melograno, dai frutti che pendono, pesanti, dal basso muretto di una casa… Un invito a sorridere, nonostante la stanchezza, e al ricordo di un’antica poesia…

 

spari nel bosco

spari nel bosco –
nel suo nuovo cantico

piange Francesco

Note:​ E’ sempre durante una corsa immersa nella natura che i pensieri si avvicendano nella mia mente, come le nuvole che vagano nel cielo. Cosa c’è di più bello di correre in mezzo al bosco, nei sentieri che a volte si perdono sotto le foglie, e i ricci dei castagni, ormai aperti e caduti a terra…? Dolce sentire… Laudato sii mio Signore, per tutte le tue Creature…” il Cantico di S. Francesco riaffiora, quasi a fior di labbra, mentre una sua creatura muore uccisa, nel fragore di uno sparo che echeggia nel bosco… E il Cantico delle creature viene interrotto, dal pianto di Francesco…

 

dimmi qualcosa

dimmi qualcosa
tra i dorati cespugli
mossi dal vento –
nello specchio la luna
a cullare un bel sogno…

Note:​ Un’escursione quasi serale, al tramonto, in alta montagna, dove l’autunno è già inoltrato e tutto intorno è silenzio. Quale momento più propizio per una preghiera, avvolta dal candore malinconico della luna, nella speranza di un sogno che si avveri.

 

per la via antica

per la via antica
quando scende la sera

occhi curiosi –
è leggero il respiro
mentre ascolto i miei passi

Note:​ Correre, come camminare, è meditazione, una nuova scoperta, ogni volta. E nel silenzio si percepisce tutto ciò che ci circonda e ci accompagna, anche l’invisibile, che ci spia, dietro un tronco, o un cespuglio, o dall’alto di un albero. E quasi tratteniamo il respiro, per sentire solo i nostri passi felpati, come quelli di un gatto…